domenica 9 marzo 2008

TRA SONNO E SOGNO


di Niccolò Carosi
Estratto da Corus cafè n°10
www.terresommerse.it

Prendendo spunto dall'opera di Magritte il terapeuta del 1937, si può tener conto della struttura del quadro per comprendere la seguente affermazione: il materiale onirico di un sogno è lo stesso di quello reale, la differenza sta nell'incongruenza che esso esprime ad una prima lettura.
Il terapeuta di Magritte ha una alchimia simile a quella di un sogni o, con una metafora freudiana, sembra simile a quella di un rebus, nel quale le singole componenti sono in rapporto tra di loro in modo diverso rispetto alla realtà quotidiana delle cose. in questo senso si ha un esempio di come lo spirito, nella concezione surrealista, si debba sbarazzare dell'ordine che gli oggetti possiedono nella dimensione utilitaristica, per riconsiderarli, attraverso un atto di libertà espressiva che fa appello ai moti profondi dell'anima, in modo diverso. Non è necessario dare un significato definitivo al quadro, dato che lo stesso surrealismo non sembra andare nella direzione di una ragione, ma piuttosto nel senso di una ermeneutica, forse inesauribile, del segno.
L'interrogarsi dell'uomo sul senso e sul significato del sogno ha radici lontane nel tempo. fin dall'antichità, quando i sogni dovevano apparire come qualcosa di oscuro a popolazioni non ancora attraversate dalla cultura specifica nè dal vento della civilizzazione, la curiosità umana si è sempre spinta verso un'indagine conoscitiva di questo misterioso e particolare processo della mente. L'uomo continua a focalizzare l'attenzione sull'autonoma vita notturna, nella convinzione che il sogno sia generato non a caso, ma per fornirci indicazioni e suggerimenti da seguire da svegli.
Freud, jung, Adler, Rank, Fromm e altri psicoanalisti si sono interessati del sogno e dei dogni formulando eterogenee teorie e approcci di lettura.
A partire da qual priimo tentativo di fare del sogno "la via regia per l'inconsci", che risale all'epoca della interpretazione dei sogni di Freud, dormire - e soprattutto sognare - è diventato un impegno quantomai gravoso. I tempi in cui ci si poteva abbandonare a un buon sonno ristoratore, nella felice inconsapevolezza dei propri sogni, erano ormai finiti e, se sognare aveva un senso, non sognare ne aveva mille.
Secondo Ray Meddis, accademico anglosassone che per lungo tempo si è dedicato alla ricerca sul sonno, dormire è un istinto - come mangiare, socializzare e fare l'amore - ma a differenza di questi è un istinto pericoloso. soprattutto quando si sogna.
Allan Hobson, europsichiatra americano, nel suo libro Sognare: una nuova visione mente- cervello (Di renzo Editore), sostiene invece che il sonno Rem- ovvero la fase onirica - svolge la funzione di una "brava colf", che riordina il nostro cervello, eliminando il superfluo e archiviando l'importante dei nostri pensieri diurni.
Che si tratti di un istinto al disordine o di una paura di confrontarsi con mostri e fate notturni - più con i primi che con le seconde - sta di fatto che l'insonnia rappresena una violenta interruzione del nostro colloquio con l'inconscio. Non voler dormire è sinonimo infatti di non voler sognare.
Dunque, oltre a deprivare il nostro sistema immunitario di interleuchina -  la preziosa molecola che fronteggerebbe l'attacco dei virus -  l'insonnia apparentemente ci solleva anche dal gravoso compito di dover guardare in faccia le verità dell'anima.
La psicoanalisi freudiana interpreta il sintomo come paura di morire, perchè dormire è un po' morire. Ma credo che la paura della morte sia alquanto diffusa, eppure non tutti si rifiutano di chiudere gli occhi. Sono più propenso a credere che al fondo di questo stato di vigilanza forzata ci sia un'attesa. Come quando l'amato è lontano,ma da un momento all'altro ne aspettiamo l'arrivo: non vogliamo che giunga trovandoci impreparati.
Questa metafora non è semplicemente un modo di fare poesia, ma una piccola verità psicologica: l'insonne attende un incontro - anche se non saprebbe dire con chi - ad occhi aperti. Solo che le sue speranze sono continuamente deluseed, esattamente come nel caso di un amore impossibile si consuma.
Se solo avesse almeno la possibilità di conoscere l'identità dell'ignoto ospite atteso, forse finalmente si rassegnerebbe al sonno, perchè capirebbe che solo nel sogno tale incontro gli sarebbe consentito.. Lo sconosciuto che viene dalle tenebre infatti altri non è che l'inconscio tradito, per lungo tempo inascoltato, che proprio dal silenzio ha mutato la parvenza di entità a venire, ma che in realtà è un'entità scacciata. C'è stata, c'è sempre stata , fin quando un bel giorno non l'abbiamo allontanata. magari per noncuranza, quando invece non si è verificata una scelta mirata, ma sta di fatto che allora credevamo di poterne fare a meno e, invece, la nostalgia dell'assente ci dice che si è trattato di un amore tradito.
E' come nella favola di Amore e Psiche: quando un amante viene tradito, bisogna affrontare mille peripezie per riconquistarlo, per vincere il suo orgoglio e la nostra colpa. Ma, dalle parole di Whitman, "non dubito che ti incontrerò ancora, e a questo devo badare di non perderti".

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